L'Opera dei Pupi
L’ Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò stabilmente nell’Italia meridionale e soprattutto in Sicilia tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. I pupi siciliani si distinguono dalle altre marionette essenzialmente per la loro peculiare meccanica di manovra e per il repertorio, costituito quasi per intero da narrazioni cavalleresche derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio.
ORIGINI DELL'OPERA DEI PUPI
Le marionette del Settecento venivano animate dall’alto per mezzo di una sottile asta metallica collegata alla testa attraverso uno snodo e per mezzo di più fili, che consentivano i movimenti delle braccia e delle gambe. In Sicilia, negli anni Trenta dell’Ottocento, un geniale artefice di cui ignoriamo il nome escogitò gli efficaci accorgimenti tecnici che trasformarono le marionette in pupi. Egli fece in modo che l’asta di metallo per il movimento della testa non fosse più collegata ad essa tramite uno snodo, ma la attraversasse dall’interno e - cosa ben più importante - sostituì il sottile filo per l’animazione del braccio destro con la robusta asta di metallo, caratteristica del pupo siciliano. Queste innovazioni tecniche consentirono di imprimere alle figure animate movimenti più rapidi, diretti e decisi, e perciò particolarmente efficaci per “imitare” sulla scena duelli e combattimenti, che tanta parte avevano nelle storie cavalleresche.
STILI
Esistono in Sicilia due differenti tradizioni, o “stili”, dell’Opera dei Pupi: L'Opra palermitana, affermatasi nella capitale e diffusa nella parte occidentale dell’Isola, e l'Opira catanese, affermatasi nella città etnea e diffusa, a grandi linee, nella parte orientale dell’Isola ed anche in Calabria. Le cronache raccontano che l’iniziatore dell’Opira a Catania fu don Gaetano Crimi, il quale aprì il suo primo teatro nel 1835. Le due tradizioni differiscono per dimensioni e peso dei pupi, per alcuni aspetti della meccanica e del sistema di manovra, ma soprattutto per una diversa concezione teatrale e dello spettacolo, che ha fatto sì che nel catanese si affermasse un repertorio cavalleresco ben più ampio di quello palermitano e per molti aspetti diverso.
OPRA PALERMITANA
OPIRA CATANESE
Dimensioni dei pupi : Da cm. 80 a un metro di altezza.
Peso: Fino a Kg. 8 circa.
Caratteristiche della meccanica: Gambe con snodo al ginocchio; se il pupo è un guerriero, la spada si può sguainare e riporre nel fodero.
Sistema di manovra: Dai lati, a braccia tese: i manovratori sono posizionati dietro le quinte laterali del palcoscenico e poggiano i piedi sullo stesso piano di calpestio dei pupi.
Spazio scenico: Superficie d’azione dei pupi più profonda che larga: la larghezza della scena è limitata dalla possibilità dei manovratori di sporgersi dalle quinte senza farsi scorgere dai lati.
Concezione teatrale e dello spettacolo: Più stilizzata.
Dimensioni dei pupi: Da cm. 80 a m. 1.30 di altezza.
Peso: Fino a Kg. 35 circa.
Caratteristiche della meccanica:Gambe rigide, senza snodo al ginocchio; se il pupo è un guerriero, la spada è quasi sempre impugnata nella mano destra.
Sistema di manovra: Dall’alto di un ponte posto dietro i fondali (‘u scannappoggiu): i manianti, cioè gli animatori, sorreggono i pupi poggiando i piedi su una spessa tavola di legno sospesa a circa un metro da terra (‘a faddacca).
Spazio scenico: Superficie d’azione dei pupi più larga che profonda: gli animatori, camminando sul ponte di animazione, possono seguire senza problemi il pupo per tutta la larghezza della scena.
Concezione teatrale e dello spettacolo: Più tragica, sentimentale e realistica.
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GLOSSARIO
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